Questa antologia, che raccoglie saggi, frammenti e conferenze, si propone di chiarire la ricerca spesso frammentata di Aby Warburg affrontando le questioni fondamentali da lui poste e le funzioni che ha assegnato ai suoi scritti.
Si tratta di un parziale tentativo di comprendere il senso e lo sviluppo del suo pensiero attraverso l’esercizio tipico e “violento” dell’interprete e del traduttore, che si fonda su un lavoro storico e filologico e mira a sfidare miti consolidati o ricorrenti. Si tratta, in sostanza, di mettere in luce la capacità di vedere in grande che un autore come Warburg richiede e pretende, poiché la sua riflessione è come una tela che ha intessuto e saldamente sviluppato e infittito nel corso della sua vita.
Una rete che si proponeva di indagare le modalità espressive che sottendono l’orientamento umano e si oggettivano in linguaggi, simboli, segni e immagini.
Pertanto, Warburg mirava ad ampliare e amplificare la vita psicologica umana attraverso quello che ha definito come metodo psicostorico. Tuttavia, il destino dei grandi pensieri può essere quello di non comprendere appieno se stessi, e Warburg spesso è andato ben oltre le sue intenzioni.
Questo spiega in parte perché la sua opera sia stata modificata da tutti coloro che si sono sovrapposti e che non hanno esitato a interpretare e distaccare la sua eredità dal contesto in cui è maturata. Certo è che senza decodificare il suo particolarissimo linguaggio, è difficile cogliere come la sua produzione scritta e il suo sforzo per istituire la famosa Biblioteca siano collegati, e che siano insieme simili a un macrotesto che va ricostruito e legato al suo interno.
Per penetrare il senso dei testi di Warburg occorre dunque adeguarsi alla mobilità delle formulazioni, distinguere l’essenziale dal contingente, individuare l’evoluzione della sua opera.
Fra antropologia e storia dell’arte. Saggi, conferenze, frammenti
di Aby Warburg