Una donna violata e indifesa adagiata sul Mediterraneo così è stata definita, una vecchia stanca e incapace di camminare, un continente da compatire e aiutare.
Ma è davvero questa l’anima profonda della “più donna” tra i continenti? Non vuole essere compatita, come qualsiasi altra donna vuole solo essere scoperta e capita.
Perché non ascoltarla allora? Perché non ricordare lo splendore di Cartagine, la determinazione di Haile Selassie, perché non chiudere gli occhi e lasciarsi cullare dal grido della iena, l’immensità della notte, l’infinita ripetizione del deserto.
Una donna chiamata Africa
di Sara Tassi